Il Funambolo presenta un lavoro sullo spazio fisico e simbolico dei parchi, a partire da suggestioni di natura letteraria. In equilibrio fra installazione, gioco ed esercizio letterario, si intende tracciare dei percorsi, al tempo stesso reali e ideali, fra testi che si richiamano tra loro e insieme rimandano, implicitamente o esplicitamente, al tema del giardino (il giardino come luogo mitico, il giardino pubblico, il giardino privato…). Ogni percorso congiunge punti del parco, dove si trovano, a seconda dei casi, citazioni di testi, libri, oggetti (ovvero eliotiani “correlativi oggettivi”). I vari punti sono segnalati su mappe “aperte”, distribuite ai visitatori. L’idea, infatti, è che i percorsi – i “sentieri letterari” – possano intersecarsi e moltiplicarsi indefinitamente, e che sia di fatto il visitatore stesso a tracciarli (a “scriverli”), lasciandosi guidare, di volta in volta, dal caso, dall’intuizione, dall’azzardo.
Così, nel gioco di specchi tra letteratura e giardino, il giardino si fa letteratura, e la letteratura, a sua volta, arcano giardino incantato.